Caro 2016…

Caro 2016,
ti scrivo con la malinconia tipica di chi non sa affrontare le cose che finiscono, anni compresi.
Ti guardo passare e faccio i conti con quello che sei stato e che vorrei definire. La verità, però, è che per quanto mi impegni non riesco a trovare belle parole. Sai, se ripenso agli ultimi 12 mesi della mia vita mi si forma davanti agli occhi un lungo elenco di cose che ho perso e di cose che ho rischiato di perdere. Non ti nego che non è stato affatto semplice affrontare la terra che mi si è sgretolata sotto i piedi più volte, costringendomi a camminare in equilibrio precario tra cumuli di macerie e sconfitte. Ci sono stati giorni in cui, guardandomi allo specchio, alla domanda “dov’è che ti aggrapperai adesso?” non ho trovato risposte e ancora oggi, a momenti, ho così tanta paura di cadere che faccio fatica a fare altri passi.
Di quest’anno scelgo di salvare poche cose: mi tengo il buono di certi rapporti, di certi progetti, dei sogni a cui ho deciso di lasciar prendere aria fuori dai cassetti. Mi tengo le ferite aperte e il masochismo con cui ci spargo sopra il sale per ricordarmi che al dolore alla fine si sopravvive sempre. E mi tengo questo blog, nato dalla più difficile di tutte le sfide: smettere di condannare lati di me che ho sempre provato a nascondere, tipo la malinconia e i silenzi che la gente non capisce… ma io mi sono convinta che sia importante selezionare le persone con cui ridere.  Ecco, siccome non è stato un anno facile, io avrei dovuto ridere di meno e chiedere più abbracci. ‘Ché la verità non è un errore, neanche quando si è tristi.
Così, caro 2016, io ti confesso che sono arrivata ad odiarti, però guardami: ti saluto con rabbia, occhi lucidi e gambe tremanti, ma ti lascio andar via con la speranza che i giorni che verranno sapranno aiutarmi a perdonarti.

Precedente Chi s'appartiene si ritrova sempre Successivo Dicono che l'amore finisce quando si smette di odiare